"Quando la risata si fece amara: 'Tutti a casa' e l’Italia del dopoguerra"
Nel 1960 Luigi Comencini firma "Tutti a casa", una delle prime commedie amare sul crollo dell’Italia fascista. Un film che fece riflettere ridendo.

Un film che ha cambiato la narrazione della guerra
Nel 1960, Luigi Comencini portò sul grande schermo un'opera destinata a segnare una svolta nella cinematografia italiana: "Tutti a casa". Ambientato subito dopo l’8 settembre 1943, il film racconta con toni drammatici ma intrisi di ironia il caos vissuto da milioni di italiani dopo l’armistizio e lo sbandamento dell’esercito.
Un cast stellare guidato da Alberto Sordi
Il protagonista, Alberto Sordi, interpreta il sottotenente Innocenzi, un militare che si trova improvvisamente senza ordini e senza patria. Il viaggio che compie tra stazioni, campagne e città italiane rappresenta una metafora amara della fine di ogni illusione patriottica. Sordi regala una delle sue interpretazioni più intense, con un equilibrio perfetto tra comicità e disperazione.
Una commedia amara che ha fatto scuola
"Tutti a casa" è considerato uno dei primi esempi di commedia all’italiana capace di affrontare temi storici con profondità, riuscendo a far sorridere e riflettere allo stesso tempo. Il film apre la strada a un nuovo modo di raccontare la guerra: non più solo eroismo o tragedia, ma anche umanità e disillusione.
Il contesto storico dell’8 settembre 1943
La data dell’8 settembre segna la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati e l’inizio di uno dei periodi più drammatici del nostro Paese. Il crollo dell’esercito, la fuga del re, l’occupazione tedesca e la nascita della Resistenza sono elementi che fanno da sfondo al racconto di Innocenzi, rendendo il film ancora più potente.
Una curiosità su 'Tutti a casa'
Pochi sanno che il film fu proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1960 fuori concorso, ma ottenne un tale successo di pubblico e critica da influenzare profondamente i registi italiani degli anni successivi. La collaborazione con lo sceneggiatore Age e lo scrittore Furio Scarpelli, entrambi maestri della commedia intelligente, fu determinante per creare una pellicola capace di raccontare la Storia con ironia e profondità.