"Quando la risata si fece amara: 'Tutti a casa' e l’Italia del dopoguerra"

Nel 1960 Luigi Comencini firma "Tutti a casa", una delle prime commedie amare sul crollo dell’Italia fascista. Un film che fece riflettere ridendo.

A cura di Paolo Privitera
30 giugno 2025 16:00
"Quando la risata si fece amara: 'Tutti a casa' e l’Italia del dopoguerra" -
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Un film che ha cambiato la narrazione della guerra

Nel 1960, Luigi Comencini portò sul grande schermo un'opera destinata a segnare una svolta nella cinematografia italiana: "Tutti a casa". Ambientato subito dopo l’8 settembre 1943, il film racconta con toni drammatici ma intrisi di ironia il caos vissuto da milioni di italiani dopo l’armistizio e lo sbandamento dell’esercito.

Un cast stellare guidato da Alberto Sordi

Il protagonista, Alberto Sordi, interpreta il sottotenente Innocenzi, un militare che si trova improvvisamente senza ordini e senza patria. Il viaggio che compie tra stazioni, campagne e città italiane rappresenta una metafora amara della fine di ogni illusione patriottica. Sordi regala una delle sue interpretazioni più intense, con un equilibrio perfetto tra comicità e disperazione.

Una commedia amara che ha fatto scuola

"Tutti a casa" è considerato uno dei primi esempi di commedia all’italiana capace di affrontare temi storici con profondità, riuscendo a far sorridere e riflettere allo stesso tempo. Il film apre la strada a un nuovo modo di raccontare la guerra: non più solo eroismo o tragedia, ma anche umanità e disillusione.

Il contesto storico dell’8 settembre 1943

La data dell’8 settembre segna la resa incondizionata dell’Italia agli Alleati e l’inizio di uno dei periodi più drammatici del nostro Paese. Il crollo dell’esercito, la fuga del re, l’occupazione tedesca e la nascita della Resistenza sono elementi che fanno da sfondo al racconto di Innocenzi, rendendo il film ancora più potente.

Una curiosità su 'Tutti a casa'

Pochi sanno che il film fu proiettato alla Mostra del Cinema di Venezia del 1960 fuori concorso, ma ottenne un tale successo di pubblico e critica da influenzare profondamente i registi italiani degli anni successivi. La collaborazione con lo sceneggiatore Age e lo scrittore Furio Scarpelli, entrambi maestri della commedia intelligente, fu determinante per creare una pellicola capace di raccontare la Storia con ironia e profondità.

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