1963: l'Italia accende il futuro con la centrale nucleare di Latina (ed una curiosità assurda)

Nel 1963 nasce a Latina la prima grande centrale nucleare italiana. Un evento storico che segna l'inizio dell'era atomica nel nostro Paese.

A cura di Paolo Privitera
06 luglio 2025 16:00
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Un passo storico per l’Italia dell’energia

Nel pieno boom economico degli anni '60, l’Italia compie un passo decisivo verso l’autonomia energetica: il 12 maggio 1963 viene inaugurata la centrale nucleare di Latina, la prima di grandi dimensioni sul territorio nazionale. Un simbolo di progresso, tecnologia e ambizione.

La centrale di Latina: caratteristiche e numeri

Situata nei pressi della costa laziale, la centrale fu costruita con tecnologia inglese (sistema Magnox) e raggiunse una potenza di 210 megawatt, diventando per un periodo la più grande d’Europa nel suo genere. Il progetto rappresentò una collaborazione tra ENEL e aziende internazionali, inserendosi in un contesto di forte cooperazione tecnica.

Un’Italia proiettata nel futuro

La nascita della centrale di Latina fu accolta con entusiasmo da istituzioni e opinione pubblica: era il simbolo di un Paese moderno, al passo con le grandi potenze mondiali. Per molti, l’energia nucleare rappresentava la chiave per sostenere la crescita industriale e garantire l’indipendenza energetica dell’Italia.

Dibattiti e aspettative dell’epoca

Nonostante l’entusiasmo iniziale, già negli anni successivi emersero i primi dibattiti sull’impatto ambientale e i rischi connessi al nucleare. Tuttavia, negli anni ’60 dominava una visione positiva e ottimista, dove la scienza e la tecnica venivano percepite come motori del progresso senza confini.

Una curiosità sulla centrale di Latina

Pochi sanno che la centrale di Latina fu costruita con una visione anche "simbolica": il reattore venne progettato per essere visibile dalla strada statale, come monito e orgoglio dell’era atomica italiana. Un’architettura pensata non solo per funzionare, ma anche per raccontare un’epoca che guardava all’atomo come al cuore pulsante del futuro.

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