1963: l'Italia accende il futuro con la centrale nucleare di Latina (ed una curiosità assurda)
Nel 1963 nasce a Latina la prima grande centrale nucleare italiana. Un evento storico che segna l'inizio dell'era atomica nel nostro Paese.

Un passo storico per l’Italia dell’energia
Nel pieno boom economico degli anni '60, l’Italia compie un passo decisivo verso l’autonomia energetica: il 12 maggio 1963 viene inaugurata la centrale nucleare di Latina, la prima di grandi dimensioni sul territorio nazionale. Un simbolo di progresso, tecnologia e ambizione.
La centrale di Latina: caratteristiche e numeri
Situata nei pressi della costa laziale, la centrale fu costruita con tecnologia inglese (sistema Magnox) e raggiunse una potenza di 210 megawatt, diventando per un periodo la più grande d’Europa nel suo genere. Il progetto rappresentò una collaborazione tra ENEL e aziende internazionali, inserendosi in un contesto di forte cooperazione tecnica.
Un’Italia proiettata nel futuro
La nascita della centrale di Latina fu accolta con entusiasmo da istituzioni e opinione pubblica: era il simbolo di un Paese moderno, al passo con le grandi potenze mondiali. Per molti, l’energia nucleare rappresentava la chiave per sostenere la crescita industriale e garantire l’indipendenza energetica dell’Italia.
Dibattiti e aspettative dell’epoca
Nonostante l’entusiasmo iniziale, già negli anni successivi emersero i primi dibattiti sull’impatto ambientale e i rischi connessi al nucleare. Tuttavia, negli anni ’60 dominava una visione positiva e ottimista, dove la scienza e la tecnica venivano percepite come motori del progresso senza confini.
Una curiosità sulla centrale di Latina
Pochi sanno che la centrale di Latina fu costruita con una visione anche "simbolica": il reattore venne progettato per essere visibile dalla strada statale, come monito e orgoglio dell’era atomica italiana. Un’architettura pensata non solo per funzionare, ma anche per raccontare un’epoca che guardava all’atomo come al cuore pulsante del futuro.