Il giorno in cui Roma iniziò a ballare: l’apertura della leggendaria discoteca che non conosci
Il 17 febbraio 1965 apre a Roma il Piper Club, primo locale beat e rock in Italia. Un’icona della notte e della cultura giovanile, frequentato da miti come Patty Pravo.

Un locale che ha fatto storia
Il 17 febbraio 1965 non fu una data qualunque per la capitale: in via Tagliamento, nel quartiere Coppedè di Roma, nasceva il Piper Club, il primo vero locale notturno italiano dedicato alla musica beat e rock. Un punto di svolta per la cultura giovanile italiana, che da quel momento in poi ebbe finalmente uno spazio moderno, libero e vibrante dove potersi esprimere.
Musica, luci psichedeliche e voglia di libertà
Il Piper fu fin da subito un mix travolgente di sperimentazione artistica, musica internazionale e design all’avanguardia. Le luci stroboscopiche, gli arredi pop, i concerti dal vivo e i DJ set pionieristici lo resero un locale unico nel suo genere, dove si respirava un’atmosfera nuova, liberatoria, in perfetta sintonia con il fermento degli anni ’60.
Il trampolino di lancio per nuovi miti
Il palco del Piper vide nascere carriere che avrebbero segnato la storia della musica italiana. Patty Pravo, all’epoca giovane e sconosciuta, debuttò proprio lì, diventando ben presto “la ragazza del Piper” e una delle icone più rappresentative della scena pop italiana. Accanto a lei, passarono dal locale anche artisti internazionali come i Byrds e i Pink Floyd.
Un punto di incontro per intellettuali e celebrità
Non solo musica: il Piper divenne un vero crocevia culturale, frequentato anche da registi, attori, pittori e scrittori. In quel mix eclettico e bohémien, si potevano incontrare i protagonisti di un’epoca in cerca di nuove forme espressive e di libertà creativa.
Una curiosità che pochi ricordano
Sapevi che all’interno del Piper fu installato uno dei primi impianti di luci psichedeliche mai visti in Italia? Fu progettato da un gruppo di architetti romani influenzati dalla pop art e dalla scena londinese, dando vita a giochi di luce e colori che lasciarono il pubblico a bocca aperta. Un’anticipazione visionaria di ciò che sarebbero diventati i club del futuro.