Rischiatutto: il quiz che ha fatto la storia della televisione italiana
"Rischiatutto", il leggendario quiz condotto da Mike Bongiorno, ha unito cultura, tensione e famiglia davanti alla TV negli anni '70.

Quando la TV era maestra (e un po’ showgirl)
In un’Italia in pieno fermento culturale e sociale, gli anni ’70 regalarono un vero capolavoro della televisione: “Rischiatutto”.
Ideato da Mike Bongiorno e Ludovico Peregrini (il celebre "signor No"), il programma andò in onda sulla RAI dal 1970 al 1974, diventando un fenomeno di massa.
Non era solo un quiz. Era uno spettacolo educativo, capace di tenere milioni di italiani incollati al piccolo schermo ogni giovedì sera. E tutti volevano sfidare i concorrenti da casa.
Mike Bongiorno: il volto della fiducia
Con il suo stile inconfondibile, fatto di simpatia, empatia e qualche gaffe memorabile, Mike Bongiorno era il padrone di casa perfetto. La sua conduzione creava un clima familiare e autentico, tanto da trasformare ogni puntata in un evento nazionale.
Mike non era solo un presentatore: era un compagno di serata, la voce amica che entrava nelle case e faceva sentire tutti protagonisti.
Il meccanismo del gioco: cultura e strategia
Il cuore del programma era il tabellone luminoso, con le famose caselle da scegliere e le domande divise per argomento e punteggio.
Ogni concorrente portava una materia di specializzazione e si confrontava su cultura generale, storia, letteratura, scienza, sport...
Ma la vera anima del gioco era il momento finale: “Rischia o non rischia?”
Una scelta carica di tensione, in cui si metteva tutto in gioco. Da qui il titolo: Rischiatutto.
Il “Signor No” e la severità della conoscenza
Accanto a Mike, nascosto dietro le quinte, c’era Ludovico Peregrini, la voce inflessibile che correggeva le risposte: il famoso Signor No.
Niente indulgenza, niente mezze misure: o era giusto, o era sbagliato. E proprio per questo, ogni punto conquistato aveva il sapore della vera vittoria.
Quella severità faceva parte del fascino del programma: un riconoscimento al valore della preparazione e dello studio.
Un momento di famiglia e cultura condivisa
“Rischiatutto” non era solo un gioco: era un rito collettivo.
Si cenava in fretta, si spegnevano le luci, e tutti si sistemavano davanti al televisore.
Bambini, genitori, nonni: si facevano le previsioni, si cercava di rispondere prima dei concorrenti, si tifava per il proprio preferito.
Era una scuola popolare, dove si imparava divertendosi, e dove la conoscenza era celebrata come un valore.
Un’eredità che non si è mai spenta
Anche dopo la sua conclusione nel 1974, Rischiatutto è rimasto un’icona della TV italiana. È stato omaggiato, citato, parodiato e persino riproposto:
- nel 2016 Fabio Fazio ha riportato in onda una nuova versione del programma, mantenendone lo spirito originale ma adattandolo ai tempi moderni.
Eppure, nessuna edizione potrà mai sostituire quel mix unico di semplicità, rigore e spettacolo che caratterizzava l’originale.