1968: Quando Alberto Sordi fece ridere (e indignare) l’Italia con ‘Il medico della mutua’!

Nel 1968, Alberto Sordi sconvolse il pubblico con ‘Il medico della mutua’, un film satirico sulla sanità italiana. Scopri il retroscena (e la scena che fece infuriare i veri dottori!).

A cura di Paolo Privitera
17 aprile 2025 16:00
1968: Quando Alberto Sordi fece ridere (e indignare) l’Italia con ‘Il medico della mutua’! -
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Alberto Sordi e la satira sulla sanità italiana

Nel 1968, Alberto Sordi portò sul grande schermo un personaggio destinato a diventare iconico e controverso: il dottor Guido Tersilli, protagonista del film ‘Il medico della mutua’. Una satira feroce sul sistema sanitario italiano, tra medici avidi, pazienti trattati come numeri e una sanità più interessata ai profitti che alla salute delle persone.

Un film che fece ridere… ma anche riflettere

Se da un lato il film scatenò risate a crepapelle, dall’altro mostrava una realtà spietata: medici che pensavano solo ad accumulare assistiti per guadagnare di più, cure superficiali e un sistema sanitario più attento alle carte che ai pazienti.

La scena che fece infuriare i dottori!

Una delle scene più celebri (e controverse) vede il dottor Tersilli imparare a velocizzare le visite mediche per aumentare il numero di pazienti giornalieri. Il risultato? Diagnosi lampo, zero ascolto e una corsa folle alla ricchezza! La categoria dei medici non prese affatto bene questa rappresentazione e il film venne aspramente criticato dagli ordini professionali dell’epoca!

Un successo travolgente

Nonostante (o forse proprio grazie a) le polemiche, il film fu un trionfo al botteghino, dimostrando che il pubblico italiano apprezzava le storie capaci di far ridere, ma anche di denunciare le ingiustizie.

Una curiosità che forse non conosci

Sapevi che il film si ispirava a un romanzo semi-autobiografico di Giuseppe D’Agata? L’autore, ex medico, scrisse il libro proprio per denunciare gli scandali e i meccanismi perversi della sanità italiana dell’epoca. Una storia che, ancora oggi, suona terribilmente attuale!

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