La crisi di Cuba: quando il mondo trattenne il respiro (e un segreto che evitò il conflitto)
Nel 1962, la crisi dei missili di Cuba porta il mondo sull’orlo della guerra nucleare. Scopri come si è sfiorato il punto di non ritorno!

Ottobre 1962: il mondo si trova nel mezzo della crisi dei missili di Cuba, uno dei momenti più drammatici della Guerra Fredda. L’installazione di missili sovietici sull’isola caraibica, a pochi chilometri dagli Stati Uniti, scatena una tensione senza precedenti tra le due superpotenze.
Il contesto storico
La crisi nasce dal confronto tra Stati Uniti e Unione Sovietica, con Cuba come punto nevralgico. Dopo la fallita invasione della Baia dei Porci nel 1961, Fidel Castro si allea con l’URSS, che decide di installare missili nucleari sull’isola per contrastare la presenza americana in Europa.
13 giorni di tensione globale
Tra il 16 e il 28 ottobre 1962, il mondo vive con il fiato sospeso. Il presidente americano John F. Kennedy e il leader sovietico Nikita Khrushchev si confrontano in un gioco pericoloso di diplomazia e forza. Ogni decisione potrebbe scatenare una guerra nucleare dalle conseguenze catastrofiche.
La risoluzione
Grazie a negoziati intensi, si raggiunge un accordo: l’URSS ritira i missili da Cuba in cambio dell’impegno americano a non invadere l’isola e a rimuovere i propri missili dalla Turchia. La crisi si conclude, ma lascia un segno profondo nella storia contemporanea.
Curiosità: sai che una lettera segreta evitò il conflitto?
Durante la crisi, Khrushchev inviò a Kennedy una lettera personale, chiedendo una soluzione pacifica. Questo gesto, considerato da molti un atto di disperazione, fu cruciale per evitare il conflitto.
Nel 1962, la crisi dei missili di Cuba non solo segnò uno dei momenti più pericolosi della storia, ma dimostrò anche il potere della diplomazia nel prevenire una catastrofe globale.