Cantare, gridare, sentirsi tutti uguali: l’inno alla libertà di Leano Morelli
“Cantare, gridare, sentirsi tutti uguali” di Leano Morelli: una canzone che ha segnato l’Italia degli anni ’80 tra sogni e libertà condivisa.

Leano Morelli: una voce che raccontava emozioni semplici e vere
Negli anni ’80, la musica italiana viveva una stagione di grande fermento. Tra artisti che sperimentavano sonorità nuove e cantautori che raccontavano l’Italia di tutti i giorni, Leano Morelli riuscì a trovare un posto speciale con brani sinceri e carichi di sentimento.
“Cantare, gridare, sentirsi tutti uguali” è uno dei suoi pezzi più amati, un manifesto di condivisione e libertà che ancora oggi emoziona chi lo riascolta.
Un ritornello che diventa un abbraccio collettivo
Il cuore della canzone è racchiuso nel suo ritornello: semplice, diretto, eppure potentissimo. Quelle parole erano (e restano) un invito a cantare insieme, a lasciarsi andare, a sentirsi parte di qualcosa di più grande.
In un’epoca in cui la vita era scandita da ritmi più lenti e momenti di vera socialità, la musica diventava un collante: cantare e gridare significava sentirsi vivi e uniti.
Le estati italiane e la libertà di un’epoca
Chi ha vissuto quegli anni ricorda bene il contesto:
- le estati nei paesi e nelle piazze illuminate dalle feste popolari,
- le radio che trasmettevano canzoni che oggi chiamiamo “classici”,
- la voglia di spensieratezza dopo un decennio di profondi cambiamenti sociali.
“Cantare, gridare” era la colonna sonora di quei momenti: un inno alla vita semplice ma piena di sogni.
Un messaggio che non invecchia
A distanza di decenni, il brano conserva tutta la sua attualità. In un mondo che spesso divide, queste parole ricordano l’importanza di ritrovarsi, cantare insieme e abbattere le barriere.
La sua melodia, calda e immediata, continua a evocare immagini di amicizia, amore e comunità: un sentimento universale che non conosce tempo.
Perché riascoltarla oggi
Rimettere oggi sul giradischi o sulle piattaforme digitali questa canzone significa ritrovare un pezzo della nostra storia collettiva. È un viaggio nella memoria, ma anche un promemoria: non serve molto per sentirsi felici, basta una canzone e la voglia di cantarla insieme agli altri.