Che sarà: un’emozione che supera il tempo

“Che sarà”, presentata a Sanremo 1971, è un inno alla nostalgia, alla partenza e al futuro incerto. Un capolavoro senza tempo.

A cura di Paolo Privitera
08 agosto 2025 06:40
Che sarà: un’emozione che supera il tempo -
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Un Sanremo indimenticabile

Era il Festival di Sanremo del 1971 quando il palco dell'Ariston fu travolto dalla poesia e dall'intensità di un brano destinato a restare nel cuore di milioni: “Che sarà”.
A interpretarlo furono due realtà agli antipodi, ma perfettamente complementari: i Ricchi e Poveri, allora giovani e freschi di debutto, e il chitarrista e cantante portoricano José Feliciano, star internazionale già acclamata nel mondo.

Il brano si piazzò secondo in classifica, ma per il pubblico rimase primo nei cuori.

Un testo che parla di addii e radici

Scritto da Franco Migliacci (già autore di "Nel blu dipinto di blu") e musicato da Jimmy Fontana, “Che sarà” è una canzone dal forte contenuto autobiografico e universale al tempo stesso.
Migliacci si ispirò alle colline di Cortona, mentre Fontana pensava al suo paese d'origine, Bernalda, in Basilicata.

"Paese mio che stai sulla collina…"

La canzone parla di un giovane che lascia il proprio paese per cercare fortuna altrove. Racconta la paura dell’ignoto, la tristezza del distacco, ma anche la speranza nel futuro. Una melodia struggente, dolce e malinconica, che tocca corde profonde in chiunque abbia vissuto un addio.

La forza di due interpretazioni

La magia di “Che sarà” nacque anche dall’incontro di due stili diversi:

  • José Feliciano, con la sua voce calda, profonda e carica di soul, diede al brano un respiro internazionale e intimo.
  • I Ricchi e Poveri, con la loro energia corale, portarono una freschezza popolare, rendendo la canzone vicina a tutti.

Una doppia interpretazione che amplificò il messaggio della canzone e contribuì al suo enorme successo.

Un successo globale

Dopo Sanremo, “Che sarà” divenne un successo non solo in Italia, ma in tutto il mondo.
 José Feliciano la incise in spagnolo, con il titolo Qué será, portandola nelle classifiche di molti Paesi, soprattutto in America Latina.

Il brano entrò nell’immaginario collettivo di diverse culture, diventando un simbolo di emigrazione, lontananza, e radici — concetti universali, indipendentemente dalla lingua.

Quando la musica racconta tutti noi

“Che sarà” è una di quelle canzoni che non invecchiano mai. Ogni ascolto è un viaggio nell’interiorità, un tuffo nella memoria, una stretta al cuore.
È la musica dei ritorni, dei treni in partenza, delle strade percorse con la valigia in mano. È una canzone che ognuno può fare propria: chi parte, chi resta, chi aspetta.

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