Jesahel: la canzone di pace che ha fatto sognare il Festival di Sanremo 1972

“Jesahel” dei Delirium, Sanremo 1972: un inno di pace e speranza che ha segnato un’epoca e continua a emozionare generazioni.

A cura di Paolo Privitera
05 agosto 2025 06:30
Jesahel: la canzone di pace che ha fatto sognare il Festival di Sanremo 1972 -
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I Delirium e la rivoluzione musicale degli anni ’70

All’inizio degli anni ’70, la musica italiana stava vivendo un periodo di grandi cambiamenti: nuove sonorità, contaminazioni rock e folk, testi che iniziavano a parlare di libertà, diritti e sogni collettivi. In questo scenario, un gruppo genovese si fece strada con una proposta musicale unica: i Delirium.

Guidati da Ivano Fossati (che lasciò poi il gruppo per una carriera solista), i Delirium portarono a Sanremo del 1972 una canzone destinata a diventare leggendaria: “Jesahel”.

“Jesahel”: un inno alla pace e alla speranza

“Jesahel” non era un brano come gli altri. Con il suo ritmo incalzante, le atmosfere folk e un testo che evocava un mondo di pace, amore e armonia universale, si distaccava dai canoni sanremesi dell’epoca.

Il ritornello, semplice e ipnotico, divenne immediatamente un canto corale:

“Jesahel, Jesahel, Jesahel…”

Un inno che univa giovani e adulti, catturando lo spirito di un’epoca segnata da movimenti pacifisti e da un forte desiderio di cambiamento.

Sanremo 1972: un’esibizione che fece storia

Sul palco dell’Ariston, i Delirium portarono una ventata di novità: abiti colorati, strumenti insoliti, energia travolgente. “Jesahel” non vinse il Festival (si classificò sesta), ma conquistò il pubblico e le radio, diventando un successo immediato.

Era il manifesto sonoro di una generazione che cercava risposte e sperava in un mondo migliore.

Un brano che ha attraversato i decenni

Dopo Sanremo, “Jesahel” continuò a vivere: venne cantata nelle piazze, nelle manifestazioni e in ogni occasione in cui si voleva esprimere un messaggio di pace e fratellanza.

Ancora oggi, basta sentirne le prime note per essere catapultati indietro nel tempo, in quegli anni di sogni collettivi e melodie che univano.

L’eredità di una canzone senza tempo

“Jesahel” non è solo una canzone: è un simbolo generazionale, un brano che ha lasciato un segno nella memoria collettiva italiana.
La sua forza sta nella semplicità: poche parole, una melodia trascinante e un messaggio universale che continua a parlare anche alle nuove generazioni.

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