Jesahel: la canzone di pace che ha fatto sognare il Festival di Sanremo 1972
“Jesahel” dei Delirium, Sanremo 1972: un inno di pace e speranza che ha segnato un’epoca e continua a emozionare generazioni.

I Delirium e la rivoluzione musicale degli anni ’70
All’inizio degli anni ’70, la musica italiana stava vivendo un periodo di grandi cambiamenti: nuove sonorità, contaminazioni rock e folk, testi che iniziavano a parlare di libertà, diritti e sogni collettivi. In questo scenario, un gruppo genovese si fece strada con una proposta musicale unica: i Delirium.
Guidati da Ivano Fossati (che lasciò poi il gruppo per una carriera solista), i Delirium portarono a Sanremo del 1972 una canzone destinata a diventare leggendaria: “Jesahel”.
“Jesahel”: un inno alla pace e alla speranza
“Jesahel” non era un brano come gli altri. Con il suo ritmo incalzante, le atmosfere folk e un testo che evocava un mondo di pace, amore e armonia universale, si distaccava dai canoni sanremesi dell’epoca.
Il ritornello, semplice e ipnotico, divenne immediatamente un canto corale:
“Jesahel, Jesahel, Jesahel…”
Un inno che univa giovani e adulti, catturando lo spirito di un’epoca segnata da movimenti pacifisti e da un forte desiderio di cambiamento.
Sanremo 1972: un’esibizione che fece storia
Sul palco dell’Ariston, i Delirium portarono una ventata di novità: abiti colorati, strumenti insoliti, energia travolgente. “Jesahel” non vinse il Festival (si classificò sesta), ma conquistò il pubblico e le radio, diventando un successo immediato.
Era il manifesto sonoro di una generazione che cercava risposte e sperava in un mondo migliore.
Un brano che ha attraversato i decenni
Dopo Sanremo, “Jesahel” continuò a vivere: venne cantata nelle piazze, nelle manifestazioni e in ogni occasione in cui si voleva esprimere un messaggio di pace e fratellanza.
Ancora oggi, basta sentirne le prime note per essere catapultati indietro nel tempo, in quegli anni di sogni collettivi e melodie che univano.
L’eredità di una canzone senza tempo
“Jesahel” non è solo una canzone: è un simbolo generazionale, un brano che ha lasciato un segno nella memoria collettiva italiana.
La sua forza sta nella semplicità: poche parole, una melodia trascinante e un messaggio universale che continua a parlare anche alle nuove generazioni.