Il Gatto e la Volpe: la fiaba ribelle che ha fatto cantare un’Italia intera
“Il Gatto e la Volpe” di Edoardo Bennato (1977): la canzone che tra ironia e realtà ha fatto sognare e riflettere generazioni intere.
                                                    Una canzone che sembrava un gioco, ma non lo era affatto
Quando Edoardo Bennato pubblicò “Il Gatto e la Volpe” nel 1977, molti la presero come una canzone allegra, quasi infantile. In realtà, dietro quella melodia vivace e quel testo ispirato a Pinocchio, si nascondeva una sottile ironia sulla vita, sui sogni e sulle illusioni.
Con la sua voce graffiante e la chitarra sempre in primo piano, Bennato raccontava una fiaba moderna, dove i due imbroglioni più famosi della letteratura diventavano simbolo di chi promette successo e ricchezza… a patto di fidarsi ciecamente.
E noi, ragazzi di quegli anni, ascoltavamo quel ritornello spensierato senza sapere che, tra le righe, c’era un piccolo insegnamento sulla realtà del mondo dei grandi.
La forza di una musica che sapeva raccontare
Erano anni in cui la musica italiana viveva una stagione d’oro: autori come Bennato riuscivano a mescolare satira, poesia e rock in un modo che oggi sembra irripetibile. “Il Gatto e la Volpe” non era solo una canzone: era uno specchio dei tempi, una piccola lezione di vita mascherata da favola.
Chi non ha mai canticchiato “Vieni, vieni con noi, niente paura…”? Bastava quella frase per sentirsi parte di una storia, di un viaggio fatto di sogni e di ingenuità. E nelle piazze, nelle radio, nei mangiadischi portatili, quelle note diventavano un inno generazionale, capace di unire grandi e piccoli.
Il ricordo di un’Italia che sorrideva con ironia
Riascoltarla oggi significa tornare a un’Italia diversa: più ingenua, forse, ma anche più genuina. Le chitarre acustiche, le copertine dei vinili, le serate d’estate con la musica che usciva dalle finestre aperte.
“Il Gatto e la Volpe” ci riporta in quell’epoca in cui le canzoni avevano un’anima, e ogni parola restava impressa. Era la colonna sonora dei sogni, delle prime libertà, delle prime disillusioni. Eppure, anche nei momenti più difficili, Bennato riusciva sempre a farci sorridere, ricordandoci che la vita va affrontata con ironia e con un pizzico di leggerezza.
Una fiaba sempre attuale
A distanza di quasi cinquant’anni, “Il Gatto e la Volpe” continua a essere un classico intramontabile. Ogni volta che parte quel ritornello, qualcosa si accende dentro: la memoria di un tempo in cui la musica sapeva far riflettere senza mai smettere di divertire.
È una canzone che non appartiene solo agli anni Settanta, ma a tutti quelli che hanno imparato, con un sorriso, che nella vita ci saranno sempre “gatti e volpi”… ma anche la voglia di restare se stessi, proprio come il piccolo burattino che voleva diventare bambino.