Le ciabatte bucherellate: l’oggetto che ha accompagnato l’infanzia di generazioni
Le ciabatte bucherellate rosse e bianche, simbolo degli anni ’70-’90: un ricordo vivido di bagni, piscine e case di un’Italia che non c’è più.
Le ciabatte che tutti abbiamo visto almeno una volta
Chi è cresciuto tra gli anni ’70, ’80 e ’90 le riconosce immediatamente: le mitiche ciabatte bucherellate in plastica rigida, solitamente bianche con la fascia rossa o blu. Non erano semplici ciabatte: erano un’istituzione domestica. Le trovavi nel bagno di casa, nelle docce delle palestre, nelle piscine comunali e perfino nelle case al mare. Quel design traforato permetteva all’acqua di scorrere e all’umidità di non ristagnare, rendendole l’accessorio perfetto per un’Italia fatta di vita semplice, famiglia e abitudini condivise.
Il ricordo di un’Italia che viveva tra mare, estate e piccoli riti quotidiani
Queste ciabatte hanno accompagnato intere generazioni durante le estati al mare, quando si correva da casa alla spiaggia con il telo sulle spalle e la sabbia che si incastrava nei buchini della suola. Ma erano anche le protagoniste dei pomeriggi invernali, quando dopo la doccia si sentiva quel tipico rumore “tac tac” sul pavimento di casa. Ogni famiglia ne aveva almeno un paio: indistruttibili, spartane, ma incredibilmente pratiche. Bastava uno sguardo per tornare ai profumi dei bagni di una volta, agli armadietti di legno delle palestre e a quei momenti semplici che oggi ci mancano più di quanto immaginiamo.
Un simbolo di praticità e resistenza
In un’epoca in cui non esistevano mille modelli alla moda, queste ciabatte rappresentavano la vera praticità. Resistenti come poche, capaci di durare anni senza rompersi, erano pensate per essere funzionali, non belle. Ma forse proprio per questo oggi suscitano così tanta nostalgia: ci ricordano un tempo in cui gli oggetti duravano, venivano tramandati, e diventavano parte della vita quotidiana. Ogni graffio, ogni segno sulla plastica raccontava storie di estati afose, docce fredde e risate spensierate.
Il fascino senza tempo degli oggetti semplici
Rivederle oggi, in foto o in un vecchio cassetto, significa essere travolti da un’ondata di ricordi. Sono un pezzo di memoria collettiva: le usavano i nonni, i genitori, i bambini. Ognuno le ricorda in un contesto diverso, ma tutti provano la stessa sensazione di dolce retrospettiva. Non servono spiegazioni o descrizioni elaborate: basta quell’immagine per far riaffiorare estati infinite, bagni rumorosi, la vita nelle case popolari o nei residence al mare, e quella leggerezza che oggi sembra così lontana.