La carta nei raggi della bici: il rumore che ha segnato l’infanzia di intere generazioni
La carta nei raggi della bici: un gioco semplice e indimenticabile degli anni ’70-’90 che regalava il suono da “motorino” ai bambini.
Quando bastava un foglio di carta per sentirsi invincibili
Chi è cresciuto tra gli anni ’70, ’80 e ’90 sa bene cosa fosse quel piccolo trucco: piegare un pezzo di carta, fissarlo ai raggi della bici con una molletta e partire. Bastavano pochi colpi di pedale e quel suono inconfondibile — un trrrr continuo — trasformava la bicicletta in un motorino rombante.
Era un gioco semplicissimo, quasi artigianale, ma capace di farci sentire i più veloci del quartiere. Non avevamo bisogno di effetti speciali: bastavano fantasia e un foglio di carta per farci vivere pomeriggi interi in cortile o per le strade sterrate.
Un rumore che diventava colonna sonora dell’estate
Ogni bambino aveva il suo modo preferito per ottenere il “rombo” perfetto: alcuni usavano le mollette di legno, altri quelle di plastica colorata; c’era chi preferiva usare la carta più rigida per un suono più forte e chi invece fissava addirittura una carta da gioco, perché durava di più.
Il bello era che quel rumore si sentiva già da lontano. I vicini si affacciavano, le mamme uscivano a controllare, gli amici correvano per unirsi al gruppo. Eravamo una piccola banda su due ruote, e quel rumore diventava la nostra sigla unofficiale, il segnale che iniziava un altro pomeriggio di libertà.
Un dettaglio sorprendente: questo gioco esisteva già negli anni ’40
Forse non tutti lo sanno, ma il trucco della carta nei raggi non è nato negli anni Settanta: esisteva già negli anni ’40 e ’50, quando nelle periferie italiane i bambini usavano le figurine dei calciatori o le carte delle caramelle per imitare il rumore delle prime motociclette.
Ma la curiosità più incredibile è che negli Stati Uniti, addirittura nel 1949, fu brevettato un accessorio chiamato "Spoke Sound Device" che faceva esattamente la stessa cosa: imitare il suono del motore usando una linguetta che sbatteva sui raggi. Una prova che quel gioco non era solo un passatempo… era un’idea geniale universale nata dalla fantasia dei bambini di tutto il mondo.
Un ricordo che oggi fa sorridere tutti
Oggi quel rumore non lo sentiamo quasi più. Le bici moderne sono silenziose, i cortili sono vuoti e la fantasia dei bambini è stata sostituita da tablet ed effetti digitali. Ma basta rivedere quell’immagine — un foglio di carta tra i raggi — per riaccendere un ricordo caldo e pieno di vita.
Era un modo semplice per sentirsi grandi, per immaginare un motorino tutto nostro, per correre più forte, per sognare senza limiti. E quel suono, così unico e inconfondibile, è rimasto inciso nella memoria come uno dei simboli più teneri e autentici della nostra infanzia.