Lo spargizucchero di vetro: l’oggetto dimenticato che stava su tutte le tavole

Lo spargizucchero di vetro era presente in tutte le case tra anni ’60 e ’90. Un piccolo oggetto che racconta colazioni e ricordi.

17 dicembre 2025 13:35
Lo spargizucchero di vetro: l’oggetto dimenticato che stava su tutte le tavole -
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Un oggetto semplice che oggi in pochi riconoscono

Molti lo guardano e si chiedono cosa sia, ma chi è cresciuto tra gli anni ’60, ’70, ’80 e ’90 lo riconosce immediatamente: è lo spargizucchero, un piccolo contenitore di vetro con beccuccio metallico, immancabile sulle tavole di una volta.
Stava accanto alle tazzine del caffè, al latte caldo del mattino, alle fette di pane imburrato. Non serviva per conservare lo zucchero, ma per dosarlo con calma, spargendolo piano su dolci fatti in casa, crostate, ciambelle o semplicemente sul caffè.

Il simbolo delle colazioni di una volta

Lo spargizucchero era protagonista di un rito quotidiano oggi quasi scomparso: la colazione lenta, fatta seduti a tavola, senza fretta. Bastava inclinarlo leggermente e sentire il rumore delicato dei granelli che scendevano.
Era un gesto piccolo, ma pieno di significato. Le cucine profumavano di moka, biscotti secchi, latte caldo. Non c’erano capsule né zucchero in bustina: c’era quel contenitore di vetro, spesso ereditato dai nonni, che durava una vita intera.

Un ricordo che profuma di casa

Oggi lo spargizucchero è stato sostituito da bustine monouso e dispenser moderni, ma chi lo ha avuto in casa sa che non era solo un accessorio. Era un pezzo di vita quotidiana, legato a ricordi familiari, a mani che si passavano di generazione in generazione, a cucine che erano il vero cuore della casa.
Rivederlo oggi fa riaffiorare immagini precise: una nonna che prepara il caffè, una mamma che spolvera lo zucchero su una torta appena sfornata, il silenzio del mattino rotto solo dal tintinnio del cucchiaino.

Una curiosità che pochi sanno

Lo spargizucchero si diffuse in Italia soprattutto nel secondo dopoguerra, quando lo zucchero tornò a essere facilmente reperibile dopo anni di razionamenti. Proprio per questo motivo veniva usato con parsimonia: il beccuccio stretto non era casuale, ma serviva a evitare sprechi.
In molte case era considerato quasi un oggetto “di rispetto”, tirato fuori solo per gli ospiti o nei giorni di festa. Un dettaglio che racconta molto di un’epoca in cui nulla veniva dato per scontato.

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