Nomi, Cose e Città: il gioco carta e penna che ha unito intere generazioni

Nomi, Cose e Città: il gioco carta e penna che ha segnato l’infanzia tra scuola, pomeriggi senza internet e risate sincere.

18 dicembre 2025 13:35
Nomi, Cose e Città: il gioco carta e penna che ha unito intere generazioni -
Condividi

Quando bastavano un quaderno e una penna

C’è stato un tempo in cui per divertirsi non servivano schermi, connessioni o applicazioni. Bastavano un foglio a quadretti, una penna e un po’ di fantasia. Nomi, Cose e Città era il gioco per eccellenza: semplice, immediato, capace di riempire interi pomeriggi tra amici, compagni di classe o cugini durante le vacanze.
Si tracciavano le colonne con cura, si scrivevano i titoli in alto e poi via, pronti a partire non appena qualcuno pronunciava quella lettera magica che avrebbe messo tutti alla prova.

La tensione della lettera e la corsa contro il tempo

Il momento più emozionante arrivava subito dopo la scelta della lettera. Iniziava una corsa frenetica contro il tempo, con la penna che scivolava veloce sul foglio e la mente che cercava disperatamente una città, un animale o un mestiere che non fosse scontato.
C’era chi si bloccava, chi copiava di nascosto, chi esultava per aver trovato una parola “geniale”. E poi il fatidico “STOP!”, urlato a voce alta, che congelava tutto e dava il via ai conteggi, tra discussioni infinite e risate incontrollabili.

Un ricordo che profuma di infanzia

Rivedere oggi un foglio scritto a mano, con le colonne storte e i punteggi segnati a lato, è come aprire una finestra sul passato. Riporta alla mente le aule scolastiche, le partite fatte di nascosto durante l’ora di supplenza, i pomeriggi estivi passati sul tavolo della cucina.
Nomi, Cose e Città non era solo un gioco: era un momento di condivisione, di competizione sana, di creatività pura. Un simbolo di un’epoca in cui ci si divertiva insieme, guardandosi negli occhi, senza distrazioni.

Una curiosità che pochi conoscono

Non tutti sanno che Nomi, Cose e Città ha origini molto antiche: giochi simili erano già diffusi all’inizio del Novecento in diverse parti d’Europa come esercizi di memoria e linguaggio. In Italia divenne popolarissimo soprattutto negli anni ’60 e ’70, grazie alla sua capacità di stimolare il vocabolario e la rapidità mentale, tanto che alcuni insegnanti lo usavano persino come attività didattica mascherata da gioco.
Un passatempo nato per divertirsi, ma che senza accorgersene allenava la mente di intere generazioni.

Le migliori notizie, ogni giorno, via e-mail

Segui Quelli degli anni 60 70